Uno degli elementi più significativi e complessi da progettare dell’identità visiva di un brand è senza dubbio il marchio: il segno grafico che, con poche linee, riassume in sé le condizioni fondamentali della comunicazione visiva strategica: identificare, informare, presentare e promuovere.

Il suo è un lavoro di squadra, che in coordinazione con tutti gli altri elementi visivi, tattili e sonori dell’identità del brand, costruisce un’immagine che fa ricordare, che racconta e che identifica il brand stesso.

Nel disegnare un marchio bisogna tener conto e far coesistere diversi fattori, primo tra tutti la sintesi e la semplicità: per sua natura il marchio è un elemento sintetico che deve parlare con un messaggio semplice, chiaro ed immediato. Deve identificare e non spiegare tutto quello che fa il brand.

Non può farsi carico di tutta la comunicazione del Brand.

Inoltre la semplicità aiuta la memorabilità, ovvero la capacità di essere ricordato. Bruno Munari, padre e maestro della comunicazione visiva in Italia, sosteneva che un marchio svolge pienamente la sua funzione quando viene facilmente ricordato e impresso nella memoria: al punto che, se viene fatto vedere ad un bambino, anche per breve tempo, questi riesce a ridisegnarlo, almeno nelle caratteristiche principali che lo contraddistinguono.

Importante per questo anche differenziare un’illustrazione da un marchio, un artista da un designer: un artista esprime la sua creatività senza alcun vincolo o schema. L'arte per sua natura è fine a se stessa. Un designer progetta solo ed esclusivamente per risolvere un problema specifico.

Un altro punto importante è l’atemporalità: un marchio deve poter durare nel tempo e deve discostarsi il più possibile dalle mode o dai trend del momento. Deve essere il più possibile svincolato dalla dimensione temporale. Pensiamo ad alcuni del più grandi marchi italiani disegnati da Bob Noorda, maestro della Comunicazione visiva strategica per i brand, Mondadori, Feltrinelli, Coop, Pirelli e pensiamo a quanto ancora possano essere considerati “attuali” e funzionali nel loro progetto di comunicazione.

Un’altro aspetto fondamentale è quello della riproducibilità: un marchio, per definirsi tale, deve poter essere facilmente riproducibile su ogni tipo di supporto e in ogni situazione. Deve poter essere riprodotto con tecniche differenti, deve funzionare bene e mantenere la leggibilità su dimensioni minime e massime, a colori e in bianco e nero, in positivo ed in negativo (ovvero su fondi scuri o chiari) e deve poter essere utilizzato in versioni e declinazioni differenti. Per questo è importante che venga corredato da un manuale che ne spieghi le modalità di utilizzo.

Indispensabile è l’aspetto dell’unicità, che, attraverso una verifica e ricerca di anteriorità effettuata durante la progettazione, ne garantisce la possibile Registrazione. Solo realizzando il marchio da zero, senza l’utilizzo di forme o caratteri preesistenti, ed un’attenta verifica tra i marchi già registrati in Italia ed in Europa durante la fase iniziale di progettazione, si può ottenere un Marchio registrabile e tutelato dalla legge. I disegni o le bozze del progettista che lo ha realizzato non bastano per dimostrare ed autenticare l'unicità.

←  Torna a contenuti